XVI Forum della Borsa del Placement
04 Novembre 2022

XVI Borsa del Placement. In Gran Guardia decine di aziende e università

Smart working e team working sono stati i temi centrali del XVI Forum della Borsa del Placement. L’evento è stato organizzato da Fondazione Emblema e si è tenuto il 2 e 3 novembre in Gran Guardia a Verona. In questa occasione, si sono incontrate 50 aziende nazionali e multinazionali e 30 Ateneiprovenienti da tutta Italia che si sono confrontati per migliorare l’inserimento lavorativo dei neolaureati. In questo contesto il gruppo Taglianigruppoadv ha curato la comunicazione con il suo ufficio stampa, supportando i giornalisti delle testate locali e regionali, realizzando anche gli scatti fotografici e i video dell’evento.

Nel corso del XVI Forum della Borsa del Placement, è stato illustrato ai delegati degli uffici placement e orientamento delle università e ai referenti risorse umane delle realtà partecipanti l’indagine “Smart Working e Team Working: una convivenza possibile?”. La ricerca, condotta da Fondazione Emblema, ha coinvolto 254 aziende di tutta Italia. L’obiettivo era quello di analizzare le dinamiche di inserimento di neolaureati nei team aziendali in seguito alla pandemia.

«Flessibilità, organizzazione, gestione del tempo e pianificazione delle attività, oltre alla capacità di saper lavorare su obiettivi precisi, sono le caratteristiche principali emerse nel costruire un ritratto deilavoratori “nativi digitali” – ha raccontato Tommaso Aiello, presidente di Fondazione Emblema –. A queste si aggiungono le digital hard skill, che nello smart working sostituiscono le competenze tecniche. È quindi possibile affermare che il mondo del lavoro di oggi trova proprio nei nativi digitali figure perfettamente in linea con le richieste dell’attuale mercato».

Se da un lato sono proprio i più giovani a mettere in campo le competenze richieste dallo smart working, l’indagine di Fondazione Emblema ha fatto emergere che c’è stato un peggioramento diffuso nella comunicazione tra colleghi, specialmente con quelli più giovani. C’è inoltre, da parte dei neolaureati che lavorano da casa, una difficoltà ad acquisire una cultura aziendale e un’incapacità nell’inserirsi in un team di lavoro già avviato.

Alla luce di queste criticità, il 70% delle aziende del campione d’indagine preferisce infatti inserire i neolaureati con forme di lavoro ibride, non reputando lo smart working adeguato a questo specifico target. Per il 74% delle aziende, infatti, lo smart working peggiora la comunicazione dei team, aspetto essenziale nell’inserimento dei giovani.

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